martedì 15 dicembre 2009

Aiuto pubblico italiano 2008: ultimi dati OCSE

Aiuto pubblico italiano nel 2008: Dati DAC ufficiali.

Secondo i dati OCSE/DAC sull’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) per il 2008, ufficializzati l’8 dicembre, il rapporto APS/PIL dell’Italia si colloca allo 0,22%, un incremento del 15% rispetto al 2007; restiamo sempre il penultimo paese europeo prima della Grecia. Al netto delle cancellazioni del debito il rapporto APS/PIL cresce del 12,5%, passando dallo 0,15% allo 0,18%, ma l’Italia è ultima nell’Europa dei 15, anche dopo la Grecia. Nel 2008 l’Italia ha sborsato 468 milioni di dollari in più in aiuto, al netto dell’inflazione, che si riducono a 234 scontando le cancellazioni del debito.

L’aiuto bilaterale, sul cui rafforzamento punta il governo Berlusconi rappresenta nel 2008 il 37%, in lieve salita dal 2007. Le cancellazioni del debito rappresentano il 18,5% di tutto l’APS italiano contro il 15% del 2007. Il 45% dell’aiuto bilaterale italiano è stato destinato all’Iraq, seguito in ordine dall’Afghanistan con il 6,3%, la Palestina col 3,8%, l’Etiopia e il Libano, entrambi con il 3,5%. Al netto delle cancellazioni del debito, la classifica dei primi cinque partner della politica di cooperazione italiana cambia: l’Iraq chiude in quinta posizione (5,8%), dopo l’Afghanistan - al primo posto con il 12,3% - , la Palestina col 7,4%, l’Etiopia con il 6,9% e il Libano con il 6,7%. Indonesia, Cina, Tunisia e Kenya hanno restituito all’Italia 62 milioni di euro, contribuendo ad aumentare le disponibilità della cooperazione.

All’Africa sub-sahariana è stato destinato il 30% dell’incremento dell’aiuto (70 milioni di dollari in più) contro il 50% promesso a livello europeo. Tuttavia, si contrae ulteriormente la quota di aiuto italiano bilaterale rivolto alla regione che tocca il minimo del 18,6% - la più bassa dall’approvazione della legge che disciplina la cooperazione italiana nel 1987. Al netto delle cancellazioni del debito, la quota per l’Africa sub-sahariana diminuisce al 30% dal 42% del 2007 con un aumento di 42 milioni di dollari (il 25% dell’incremento bilaterale).

Aumenta la quota di aiuti bilaterali destinata ai paesi meno avanzati (PMA) (al 25% dal 24%) un incremento in termini reali per 120 milioni di dollari. Al netto del debito, l’impegno verso i PMA rappresenta il 42% in crescita dal 37 con 110 milioni di dollari in più che sono il 66,5% dell’incremento bilaterale.

Per quello che riguarda l’investimento settoriale, come quota sul bilaterale, aumenta l’impegno italiano di oltre il 50% per investimento minerario, industria, commercio, acqua e governance, mentre si riduce il sostegno al settore energetico, ai rifugiati e alle ONG. Infine, aumenta l’investimento italiano verso i servizi essenziali di base, quali l’istruzione, igiene e salute di base, il 7% contro il 5,4% ed un aumento in termini reali assoluti di 100 milioni di dollari.

Un miglioramento importante riguarda l’aiuto legato, passato dal 40% al 20% del 200,un risultato ancora più importante se considerato al netto delle cancellazioni del debito, non legate per definizione ed una quota rilevante dell’aiuto italiano nel 2008: al netto del debito la quota legata è passata è dal 75% al 38%, passando dall’ultimo al quartultimo posto in Europa. Un risultato ancora più importante a fronte di un’attività creditoria costante e dove i crediti ormai costituiscono una quota inferiore al 50% del legato.

In sintesi, il quadro dell’APS del 2008,conferma che le maggiori debolezze dell’aiuto italiano riguardano gli stanziamenti finanziari e la destinazione geografica.


APS/PIL= miglioramento, ma penultimi in Europa;

APS/PIL, al netto del debito = miglioramento, ma ultimi in Europa;

APS per Africa sub sahariana = peggioramento;

APS per i Paesi meno avanzati =miglioramento;

APS a sostegno dei servizi essenziali di base = miglioramento, ma lontani dall’obiettivo del 7%;

APS legato = miglioramento, quartultima in Europa.

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