Aspetti positivi:
- l’aiuto genuino aumenta del 48%;
- l’aiuto fantasma si riduce dal 45% al 17%;
- l’Italia ha sborsato il 100% di quanto promesso;
- aumentano del 40% le risorse destinate all’Africa sub-sahariana,al netto del debito;
- crescono del 10 gli stanziamenti ai Paesi meno avanzanti, al netto del debito;
- scende la percentuale di aiuto legato al netto del debito, dal 68% al 78% si riducono del 25% i costi amministrativi;
- raddoppia l’investimento nei servizi di base essenziali, che rappresentano l’1% dell’aiuto settoriale al netto del debito;
Elementi negativi:
- l’aiuto italiano equivale allo 0,19% del PIL contro lo 0,39% europeo;
- l’aiuto si riduce del 2,6% rispetto al 2006; l’incidenza della quota dell’Africa sul bilaterale al netto del debito si riduce dal 34% al 31%, a favore del nord Africa che passa dal 6% all’11%;
- l’incidenza dell’aiuto ai paesi meno avanzati al netto delle cancellazioni del debito, si riduce sostanzialmente - dal 52% al 37% - a vantaggio dei paesi a medio reddito la percentuale di aiuto legato italiano è la peggiore tra tutti i donatori dopo Portogallo e Grecia;
- la quota europea di aiuto bilaterale dedicato al sostegno dei servizi di base essenziali è 11% contro appena 1% dell’Italia.
Secondo i dati definitivi del DAC per il 2007 a dicembre, lo scorso anno l’aiuto pubblico italiano (APS) è stato pari a 3,5 miliardi di dollari- valore reale al 2006-, con una riduzione del 2,6% rispetto all’anno precedente. L’aiuto italiano è stato pari allo 0,19% del prodotto interno lordo contro lo 0,20%. Il rapporto APS/PIL del nostro Paese resta ben lontano da quello europeo, 0,39%, anche l’aiuto EU si è contratto di oltre il 4%. Tuttavia se escludiamo le componenti che pur contabilizzate come aiuto non costituiscono i trasferimenti di risorse finanziarie verso i paesi in via di sviluppo - come le cancellazioni del debito o i costi di amministrativi-, l’aiuto italiano nel 2007 è aumentato del 48%, passando dallo 0,11% sul PIL nel 2006 ed allo 0,16% del 2007. L’aiuto aiuto “genuino” europeo, escludendo la componente fantasma, è pari allo 0,31% , in crescita del 9,6% dal 2006. La quota bilaterale italiana è 31% è bilaterale contro il 54% del 2006, tornano ben al di sotto la media degli ultimi 7 anni.
Nel 2007 L’Italia ha sborsato tutto quello che aveva promesso, un dato in continuo miglioramento dal 2005. Lo scorso anno, il primo paese a beneficiare dell’aiuto italiano è stato il Marocco, con 74 milioni di euro, seguito da Etiopia, Libano ed Afghanistan, con stanziamenti superiori ai 50 milioni. A causa del pagamento dei servizi di debito Angola, Indonesia, Argentina ed Egitto hanno finanziato la cooperazione italiana per 74 milioni di euro. Nel 2006 Nigeria ed Iraq, con oltre 700 e 400 milioni di dollari, seguiti dalla Serbia, Ethiopia e Camerun erano stai i principali beneficiari dell’assistenza italiana.
Al netto delle cancellazioni del debito, nel 2007 i primi cinque beneficiari dell’assistenza italiana sono, per ordine di risorse finanziarie ricevute, sono Marocco, Etiopia, Afghanistan, Libano e Mozambico, una lista molto vicini quella del 2006 - Etiopia, Libano, Afghanistan , Mozambico ed Albania.
L’aiuto complessivo all’Africa sub-sahariana si riduce di quasi quattro volte, con una riduzione del peso nella ripartizione geografica - il 19% contro il 52% del 2006 ed il 35 del 2005, anno in cui i Paesi europei si sono impegnati a destinare il 50% dell’incremento dell’aiuto all’Africa. La prima regione per destinazioni d’aiuto italiano è stata il Medio oriente che costituisce il 45% dell’aiuto italiano. Aumenta di poco l’aiuto diretto ai paesi meno avanzati.
Se si calcolata la ripartizione geografica al netto delle cancellazioni debito si ottengono i risultati diversi. L’Africa sub-sahariana risulta essere l’area del principale impegno finanziario della nostra cooperazione, con un aumento del 40% per risorse stanziate, ma una riduzione della quota dal 34% al 31. Le risorse per i Paesi meno avanzati aumentano del 10% e mantengono la quota più rilevante per le allocazioni geograficamente ripartite della cooperazione italiana - 37% - , anche rappresentavano il 52% nel 2006. Gli investimenti nei Paesi a medio reddito aumentano del 145% e la loro quota sul bilaterale totale sale al 31%.
L’aiuto legato italiano rappresenta ancora il 40% dell’aiuto bilaterale complessivo, il peggior donatore OCSE dopo Grecia e Portogallo. Al netto delle cancellazioni del debito, slegate per definizione, la percentuale di aiuto italiano legato scende dal 78% al 68%.
Le cancellazioni del debito rappresentano il 40% del bilaterale, contro il 64% del 2006. Nel 2007 è aumentata l’incidenza dei costi amministrativi sul bilaterale dal 2,6% al 3,0%, anche se si riducono del 25%, in termini assoluti. Dopo le cancellazioni del debito, la salute rappresenta il primo settore con il 6,2% per investimenti, che subiscono, però, una riduzione del 13% dal 2006. Gli altri settori di maggior impegno per la cooperazione italiana sono: il sostegno alla società civile - 5,9% del bilaterale, con fondi in aumento dell’80% - e l’aiuto umanitario, 5.7%, a risorse costanti. L’impegno per l’educazione si trova all’11° posto, anche se gli stanziamenti sono aumentati del 5,7%. Tra 2006-2007, il riorientamento settoriale più consistente ha riguardato il settore del trasporto e lo stoccaggio, che ha subito una ridimensionamento del 78%,. con una perdita di 116 milioni di euro.
Infine nel 2007, è raddoppiato l’investimento per garantire l’accesso ai servizi di base essenziali che rappresenta adesso l’1% dell’aiuto settoriale, al netto del debito, contro lo 0,4% del 2006. La media europea del 2007 è dell’11%.
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