Roma, 14 aprile 2010 – Nell’anno della presidenza italiana del G8 il dato relativo agli stanziamenti dell’aiuto pubblico allo sviluppo del nostro Paese, stando ai dati diffusi oggi dall’OCSE, è il peggiore tra tutti i donatori e raggiungerà solo lo 0,16% APS/Pil, come avvenne già nel 1994.
Questo dato non sorprende per i tagli previsti dalla finanziaria del 2009 che ha colpito fortemente le risorse che il Ministero degli Esteri dedica alla cooperazione, con una flessione di oltre il 56%. Quella italiana è la maggiore contrazione nella spesa in APS (-31%) anche tra tutti i paesi che maggiormente hanno sofferto la crisi economica e che, di conseguenza, hanno dovuto ridurre l’aiuto: l’Irlanda si attesta ad esempio su un -18%,
L’Italia si è tirata indietro proprio nel momento in cui la crisi economica ha maggiormente colpito i paesi in via di sviluppo e ha compiuto una scelta certamente non coerente con il ruolo assegnato al nostro Paese nella presidenza del gruppo degli Otto paesi più industrializzati del mondo.
Ad oggi il dato dello 0,16% Aps/Pil è ben lontano da quanto previsto nel DPEF 2008-2001, secondo cui la quota dell’Aiuto allo sviluppo avrebbe dovuto rappresentare lo 0,42% del Pil. Questo significa una grave crisi di credibilità internazionale per le promesse non mantenute: nonostante quanto affermato pubblicamente dal Presidente del Consiglio nel corso del G8 de L’Aquila, ad oggi restano ancora non pagate le quote 2009 del Fondo Globale per
Elaborazione ActionAid su dati OCSE
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