lunedì 15 marzo 2010
Influenza e investimento dell'aiuto bilaterale italiano
Nel 2008, il 45% dell’aiuto bilaterale italiano è stato destinato all’Iraq, seguito in ordine dall’Afghanistan con il 6,3%, la Palestina col 3,8%, l’Etiopia e il Libano, entrambi con il 3,5%. Si tratta di Paesi che sono definiti come prioritari dalle Linee guida triennali della cooperazione italiana. Tuttavia, oltre l’investimento assoluto, essere un donatore rilevante- per esempio tra i primi 10 – dipende dall’aiuto canalizzato anche dagli altri donatori. Dei prima cinque Paesi dove massimo è stato l’investimento Italiano, solo in Libano e Iraq, l’Italia è tra i primi 10 donatori più importanti, dal punto di vista finanziario. La sorpresa è che i paesi dove l’Italia risulta essere il primo donatori in termini di aiuto sono le isole di San Vincente e Kitts – non prioritarie per la cooperazione italiana - dove con cancellazioni del debito 20 e 156 milioni di euro diventa il primo donatore. Sempre altre operazioni di remissione del debito permettono all’Italia di essere il quarto donatore più importante in Iraq o i Sierra Leone – quest’ultima non paese prioritario. Con investimenti inferiori al milione di euro, ma grazie al fatto che l’aiuto pesa sulle loro economie nazionali meno dello 0,5% sul PIL, l’Italia si trova solo al quarto posto in Argentina, Angola e Libia. L’Italia ritrova la coerenza tra investimento, livello priorità e rilevanza finanziaria in Libano ( con 66 milioni di dollari), Albania (32 milioni di dollari), Tunisia (18 milioni ). Sono tutti Paesi prioritari per la cooperazione, dove l’Italia conquista il sesto posto.
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