Secondo i dati ufficiali diffusi l’11 dicembre dal DAC, nel 2006 il rapporto APS/PIL è allo 0,20% - 3,6 miliardi di dollari - dallo 0,29% del 2005 - una riduzione delle risorse stanziate del 30% rispetto ai livelli 2005, che colloca l’Italia penultima in Europa dopo il Portogallo e prima della Grecia. Si tratta di un dato che era stato provvisoriamente annunciato ad aprile e che ufficializza il mancato raggiungimento dell’obiettivo europeo di Barcellona – 0,33% APS/PIL. La contrazione è dovuta più che all’esaurirsi delle cancellazioni del debito alla prevedibile riduzione dei trasferimenti multilaterali – di quasi 1,2 miliardi di dollari – con il sostanziale azzeramento dei trasferimenti verso la Banca Mondiale, dopo che nel 2005 l’Italia aveva pagato tutti gli arretrati degli ultimi 3 anni. E’ previsto che l’Italia verserà le quote del biennio 2006-2008 nel 2008.
Per il 2007 si prevede che l’APS italiano sarà attorno allo 0,29%-0,31% del PIL, grazie agli stanziamenti una-tantum derivanti dai due decreti extra-gettito, ma è improbabile che ci sarà il riallineamento europeo previsto dal DPEF per il 2008, quando anzi si stima che si contrarrà significativamente rispetto al 2007.
Per la prima volta dal 1994 la quota del bilaterale ( 54,9%) supera quella del multilaterale (45,1%). I livelli dell’aiuto italiano sono ancora sostenuti dalla cancellazione del debito (37,8%) e dai contributi alla Commissione Europea (36,1%).
Nel 2006, per quel che riguarda l’aiuto settorialmente ripartibile, l’assistenza tecnica è all’8,5% - destinata per il 47% a Cina, Iraq e Mozambico - seguita per la prima volta dal sostegno al settore dei trasporti (5,9%), con 148 milioni di dollari contro i 3 milioni dell’anno precedente. Il sostegno alla salute rappresenta il 3,75%. Si registra anche un aumento dei costi amministrativi per 25 milioni di dollari - quasi raddoppiando la sua quota sull’aiuto bilaterale – 2,65%.
La quota di aiuto destinata al sostegno dei servizi essenziali di base è del 3,36%, in contrazione rispetto al 5,03% del 2005 e sempre più distante dall’obiettivo del 20% stabilito dalle Nazioni Unite nel 1995.
Nel 2006, il 77% dell’aiuto italiano è slegato, ma la netto delle cancellazioni del debito lo slegato si riduce al solo 27%, una riduzione significativa rispetto al 2005 dove la quota di slegata al netto del debito era al 62%.
Il primo Paese beneficiario dell’aiuto italiano è la Nigeria con 754 milioni di dollari – il 72% è costituito da cancellazioni del debito – seguito da Iraq 485 milioni di dollari – dove le cancellazioni raggiungono il 97% dell’assistenza- e con la Serbia al terzo posto con 129 milioni di dollari – 93% dato da cancellazioni. La classifica dei beneficiari cambia se si scontano le cancellazioni: la Nigeria rimane primo beneficiario con 209 milioni di dollari seguita dall’Etiopia con 105- 79 milioni sono erogazioni di un prestito - dal Libano – 44 milioni- ed Afghanistan – 32 milioni di dollari. I trasferimenti netti dall’Italia verso alcuni Paesi sono stati negativi a causa dei prestiti che sono stati rimborsati: l’Angola ha versato all’Italia 31 milioni di dollari, l’Indonesia 25 milioni ed il Ghana 22.
Secondo gli impegni europei sottoscritti nel 2005, metà dell’incremento dell’aiuto dovrebbe essere destinato all’Africa sub-sahariana, tuttavia la contrazione di aiuto italiano non consente di valutare il raggiungimento o meno dell’obiettivo, ma è importante analizzare la variazione della distribuzione per valutare le priorità strategiche. La quota bilaterale destinata all’Africa Sub-sahariana passa in anno dal 38,5 al 52,6% ed aumentano anche gli stanziamenti da 873 milioni a 1,053 miliardi di dollari. L’incremento dell’impegno finanziario verso l’Africa Sub-sahariana a scapito del Medio Oriente è confermato anche dall’analisi delle destinazioni al netto delle cancellazioni del debito. Anche in questo caso, l’aiuto all’Africa Sub-sahariana cresce sia in termini assoluti – da 230 milioni a 352 milioni - ed anche relativi – dal 38 al 56%. La quota di aiuto destinata ai Paesi meno avanzati – 261 milioni di dollari - si mantiene su livelli costanti rispetto al 2005 -pari allo 0,01% del PIL - ed è bene al di sotto della media europea che destina ai Paesi meno avanzati circa lo 0,06% del PIL.
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