venerdì 25 settembre 2009

Coerenza dell Politiche per lo sviluppo della Commissione Europea: poca memoria

Il 15 settembre la Commissione Europea ha pubblicato la nuova Comunicazione sulla Coerenza delle politiche (PCD) con gli obiettivi UE di cooperazione allo sviluppo. La pubblicazione è parte del programma biennale di valutazione della coerenza. E’ il Trattato di Maastricht che stabilisce l'obbligo per l’UE di tenere conto degli obiettivi della sua politica di cooperazione allo sviluppo nella messa in opera di tutte le politiche che potrebbero avere un impatto sui Paesi in via di sviluppo. Nel 2005 la UE aveva individuato 12 politiche d’intervento prioritario dove massimizzare le sinergie e ridurre le incoerenze con gli obiettivi delle politiche di cooperazione. Egualmente era stata predisposta una modalità di lavoro interna all’UE per consentire di creare la sufficiente spinta politica per eventualmente emendare un quadro normativo di una materia che frenasse il raggiungimento degli obiettivo di cooperazione allo sviluppo.

La Comunicazione del 2009 implicitamente riconosce i pochi progressi rispetto alle aree del 2005, se misurati in termini di cambiamento delle politiche e tenta di concentrarsi solo su 5 delle precedenti 12 aree.

Tuttavia, in mod poco organico ed argomentato, la Comunicazione introduce due nuovi concetti - l'approccio olistico dell’Unione allo sviluppo e l'Aiuto Pubblico allo sviluppo plus (APS plus) - che non definisce e poco hanno a che fare con la coerenza se non minare il lavoro previsto per ottenere risultati tangibili in futuro. Infatti mentre la PCD richiede una sforzo analitico nell'identificare gli impatti negativi delle politiche sui Paesi in via di sviluppo e mira ad ottenere delle modifiche sulla cornice normativa, i due nuovi concetti vogliono soprattutto monitorare le risorse finanziare verso i Paesi in via di sviluppo. Per le ONG europee, il tentativo della Commissione punta a distrarre l'attenzione dai limitati risultati raggiunti fino ad adesso in termini di coerenza oltre a tentare di creare una misura concorrente con l'APS, viste le difficoltà economiche degli Stati UE a rispettare le promesse quantitative sottoscritte in termini di aiuto pubblico.

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