martedì 13 ottobre 2009

La coerenza delle politiche dell'Italia

Il 19 settembre la Commissione Europea ha pubblicato i risultati del secondo “Rapporto della UE relativa alla coerenza delle politiche per favorire lo sviluppo dei Paesi partner”. La coerenza delle politiche è prevista dal trattato di Maastricht ed è diventata parte integrante dell’approccio europeo alla cooperazione allo sviluppo nel 2005, quando la UE ha indicato le politiche interne (12) dove maggiore era il rischio di generare effetti negativi sulle economie più deboli, tra queste commercio, energie, trasporti, armi. Da allora, ogni due anni la Commissione europea presenta un report che riunisce i contributi degli Stati Membri e chiarisce i progressi fatti nelle 12 aree. Il rapporto tace quelle che sono le aree di maggiori difficoltà né indica quali siano gli Stati Membri più in difficoltà nella messa a coerenza del loro sistema di relazioni esterne. Nel rapporto 2009 si fa riferimento alle buone pratiche dell’Italia per quanto riguarda le politiche migratorie, attraverso l’introduzione di visti d’entrata multipli, l’impegno per lo sviluppo di capacità locali di ricerca medica ed l’impegno ambientale con il sostegno al Carbon Fund della Banca Mondiale. Nelle risposte al questionario trasmesse dall’Italia alla Commissione europea, la cooperazione italiana ha autovalutato generalmente positivi i risultati raggiunti nelle 12 aree, tranne per le politiche d’integrazione tra povertà e migrazione, lo scarso impegno per la promozione dell’e-government e la messa in opera della strategia europea per l’energia dei Paesi in via di sviluppo.

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